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Il Blog del WWF Friuli Venezia Giulia

venerdì 19 maggio 2017

Un Parco del Mare a Trieste. La posizione del WWF Trieste

Comunicato Stampa

Da alcuni mesi si sta nuovamente discutendo della realizzazione a Trieste del Parco del Mare. Il WWF di Trieste ha ritenuto opportuno riunire il proprio Comitato Scientifico, composto da autorevoli personalità del mondo scientifico, per un’analisi più ampia sulla vocazione turistica della città, sulla gestione di strutture complesse come i Parchi del mare o gli acquari  e sulla necessità, piuttosto, di indirizzare tutte le future iniziative su un’area, quella del Porto Vecchio, strategica per la città di Trieste.
Il risultato della riunione è sintetizzato nel seguente documento di posizionamento del WWF Trieste.
Trieste 16 maggio 2017
Il Presidente
Alessandro Giadrossi

Un Parco del Mare a Trieste
La stupefazione dell’esistente.
Trieste ha una piazza che si affaccia sul mare tra le più belle d’Italia e d’Europa. Ha un lungomare affascinante e una pregevole riviera, quella di Barcola, dedicata al passeggio e alla balneazione. Vanta una storia prestigiosa, quella di essere stata, assieme a Liverpool, il porto di uno dei più grandi imperi dell’Ottocento. Le vestigia del passato sono ancora perfettamente leggibili, in particolare nel porto antico, in stato di abbandono e degrado, che offre immense possibilità di recupero.
Al tema del mare sono legati a Trieste un Museo, un Acquario, impostato secondo le tecniche espositive del primo Novecento, un faro monumentale, la centrale idrodinamica, un’area marina protetta che avvolge un parco storico, quello di Miramare; anche a Monfalcone è stato allestito un piccolo ma interessante museo della cantieristica inserito in un villaggio operaio ben conservato, che è parte della storia della navigazione dell’area giuliana.
Se uno degli obiettivi di un museo, così come di un acquario, è la stupefazione del visitatore, si può ben dire che Trieste già lo può fare con le sue bellezze, la sua storia, le sue istituzioni museali.
Manca a Trieste invece una capacità di saper comunicare, narrare, la grandezza del suo passato e la ricchezza del suo presente. Sarebbe sufficiente, in tempi brevissimi e a costi molto ridotti, offrire a chi la visita uno strumento di lettura e raccordo, una rete che colleghi agevolmente i poli museali, i luoghi, le attività che al mare sono legati.
I futuri investimenti andrebbero semmai indirizzati all’istituzione di un museo della città di Trieste che raccolga documenti di grande valore che per la mancanza di una grande sede espositiva giacciono ancora nei magazzini, e all’organizzazione di manifestazioni culturali legate al mare, quali, ad esempio, un festival della letteratura di mare, delle quali incredibilmente è ancora priva.
Le potenzialità del Porto Vecchio rientrano agevolmente nelle auspicabili procedure della rigenerazione dei waterfonts delle città di mare europee, in cui il valore patrimoniale del cultural heritage costituisce una stimolante opportunità per coinvolgere non solo le amministrazioni, ma anche la cittadinanza, le associazioni (ovvero il capitale sociale) e gli investitori consapevoli. Il WWF caldeggia l’idea del sistema museale, che possa trarre vantaggio dall’esistente e soprattutto elaborando strategie comunicative per rivitalizzare l’idea di Trieste come porta d’accesso per il grande pubblico verso le molteplici caratteristiche della cultura del mare.

 Acquari e parchi del mare
Quando, oltre una decina di anni fa, si pensò alla realizzazione a Trieste di un Parco del Mare, l’obiettivo era quello di collocare, in un’unica struttura, una grande esposizione di materiali e documenti legati ai diversi usi del mare e anche di un acquario concepito secondo criteri coerenti con la moderna educazione ambientale.

La previsione oggi della realizzazione solamente di un acquario è riduttiva e come tale deve fare anche i conti con i problemi che già sono emersi nella gestione di strutture di questo tipo, in Italia e all’Estero.
La gestione pubblica di un Acquario è improponibile. La sua progettazione e realizzazione con fondi pubblici non può prescindere da un preliminare e precisissimo piano finanziario che eviti l’inutile dispersione di denaro pubblico per la realizzazione di una struttura che in futuro dovrebbe essere affidata a un soggetto privato. In questa ipotesi, che sconta l’alea di rinvenire un imprenditore pronto a investire notevoli somme di danaro per una gestione a scarsa redditività, andrebbe riservata all’ente pubblico l’individuazione di un comitato scientifico ed etico. Quest’ultimo avrebbe il compito di guidare la realizzazione di una struttura con tecnologie ecosostenibili e scelte espositive che garantiscano il benessere delle specie ospitate secondo criteri scientifici scevri da mera spettacolarità.

Dove realizzare un parco del mare
La gestione di un acquario, perché sia valida economicamente, implica un alto afflusso di visitatori.  Il contesto territoriale, indipendentemente dalle scelte architettoniche per la realizzazione del contenitore, deve avere caratteristiche coerenti con questo presupposto.
L’area che è stata indicata ne è assolutamente priva. L’imprescindibile riordino di un contesto caratterizzato da un disordine urbanistico stratificatosi attraverso usi assolutamente diversi (stabilimenti balneari, società nautiche, caserme della Guardia di Finanza, magazzini portuali, ecc.), per quanto auspicabile, nel senso di restituire visibilità all’unico manufatto degno di grande valore architettonico – la Lanterna – semmai potrà avvenire, avrà tempi non coerenti con quelli della programmata realizzazione dell’Acquario.
Ove le Amministrazioni, che si sono dichiarate disponibili a sostenere questa iniziativa, dovessero valutare la validità economica di questo investimento, unica localizzazione allo stato individuabile è quella dell’area del Porto Vecchio. Su quest’area, la cui riconversione è strategica per la città ma allo stesso tempo attuabile solo gradualmente, con la collocazione di funzioni ad alto valore attrattivo, la Regione e il Comune dovrebbero far convergere tutte le iniziative scientifiche, economiche e turistiche che vengono proposte.

Il Comitato scientifico del WWF di Trieste
prof. em. Livio Poldini
prof. Maurizio Fermeglia
arch. Andrea Benedetti
dott. Nicola Bressi
dott. Marco Costantini
dott. Luigi Fozzati
dott. Carlo Franzosini
dott. Fabio Gemiti
dott. Carlo Genzo
avv. Alessandro Giadrossi
dott. Michele Giani
ing. Giulio Gregori
arch. Romana Kacic
dott. Maurizio Spoto
Paolo Utmar
prof. Francesco Vallerani
con la consulenza di: ing. Carlo Tosolini

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